Visita della Vergine Maria ad Elisabetta

 

Luca 1:43
Incontro della Vergine Madre con Elisabetta.

Al sesto mese della gravidanza di Elisabetta la Vergine Maria le fa visita.
Elisabetta la accoglie con queste parole:

[1:43] A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? 

In ebraico “mio Signore” è: Adonai ( אדני).
Questa parola è anche il sinonimo che viene usato da tutti gli israeliti che leggendo le Sacre Scritture trovino la parola sacra:  Yahwèh ( יהוה).
Yahwèh è “Hashèm”, “il Nome” (sottinteso: di Dio), e non doveva mai essere pronunciato.
Convenzionalmente quindi, invece di leggere il nome proibito, veniva detto: Adonai.

Secondo questa lettura il significato delle parole ebraiche che Elisabetta avrebbe rivolto alla Vergine Maria (pur non avendola chiamata “madre di יהוה”, ma “madre di אדני”) diventano allora:

“A che debbo che la madre di Dio venga a me?”

E’ noto inoltre che la preghiera tuttora più sentita del popolo ebraico è lo Shemmà, che recita:

Shemmà Israel, Adonai elohènu, Adonai ehàd.

[Deuteronomio 6:4] Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo.

Anche in questa preghiera si legge (da destra verso sinistra) Adonai dove invece è scritto Yahwèh.

שמע   ישראל   יהוה   אלהנו   יהוה   אחד

In Isaia:

[Isaia 7:14] Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele.

In questo caso nel testo originale ebraico la parola tradotta con “il Signore” è אדני, (Adonai), e non Yahwèh.

Chiamando la Vergine Maria "madre di Adonai" Elisabetta si riferisce anche a questo passo?

Anche su questo argomento è prudente rimandare ad ulteriori approfondimenti.
 

Testimonianza di Zaccaria.

Dopo che la Vergine Maria ha fatto visita ad Elisabetta ed ha informato la parente e Zaccaria di quanto le era accaduto, nell’occasione della circoncisione del bambino il padre lo chiama Giovanni, e avendo riacquistato la parola dice che Dio…:

[1:69] e ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di Davide, suo servo, 

allude a Giuseppe, marito di Maria, che era della casa e della famiglia di Davide [Luca 2:4].

Poi, rivolto a suo figlio dice:

[1:76] E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, 
[1:77] per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati, 


Queste parole sono importantissime perché proferite dal Sacerdote che solo nove mesi prima aveva officiato la funzione sacra nel Tempio di Gerusalemme, e che certo non era un visionario né uno sprovveduto.
Attraverso le parole dell’Angelo rivoltegli nel Tempio e attraverso le parole della Vergine Maria riconosce in suo figlio l’Elia che doveva venire, e nel Sacro Concepimento della Vergine Maria il Messhiah atteso.

Tutto questo non poteva passare inosservato agli occhi (e orecchie!) dei Farisei, e questo è il motivo per cui, quando circa trenta anni dopo una loro delegazione è mandata da Gerusalemme [Giovanni 1:19 e segg.] a chiedere al Battista chi fosse, sapevano bene che “quel Giovanni” era il figlio di “quel sacerdote”.
 

25 Dicembre, giorno di nascita di Gesù?

Il periodo dell’anno in cui si svolge la festa di Yom Kippur è all’incirca la fine di settembre.

Se il Battista fu concepito verso la fine di settembre è plausibile che sia nato il 24 Giugno, esattamente nove mesi dopo.
La Vergine Madre fa visita ad Elisabetta nel suo sesto mese di gravidanza, e questo fa si che anche la tradizionale data del 25 dicembre come giorno di nascita di Gesù Cristo sia compatibile con il racconto evangelico.

Questo genere di calcoli deve però tenere presente la grande differenza tra l’anno solare attuale sul quale si basa il nostro calendario che dura 365 giorni e 6 ore circa, e l’anno luni-solare ebraico in vigore all’epoca di Cristo che era sfalsato rispetto al nostro, cioè più corto di circa dieci giorni all’anno.

Questo è il motivo per cui ogni tre o quattro anni vi era un anno bisestile dove invece di un solo giorno veniva aggiunto un intero mese di trenta giorni, creando di fatto un anno di tredici mesi.

I Sacerdoti israeliti inserivano sette di questi anni bisestili nel corso di 19 anni (appunto uno ogni tre o quattro anni), ed in questo modo complicato veniva ristabilito l’ordine normale delle cose e delle stagioni.
I romani invece erano più aggiornati sin dai tempi di Giulio Cesare, e disponevano di un calendario del tutto simile al nostro.

Attraverso il calendario romano una qualsiasi data ebraica poteva essere trasmessa correttamente.
 

 

 

 

Nota aggiunta nel Natale del 2020.

Posto quanto detto sopra circa la differenza tra il calendario ebraico e il nostro attuale, io non vedo quale sia il problema nel ritenere che Gesù sia nato il 25 dicembre.

Quale madre non ricorda esattamente il giorno di nascita del primo figlio e tutto quello che è accaduto in quel giorno?

Qui siamo davanti ad una giovane che era rimasta incinta senza intervento umano, che era stata visitata da un angelo, che aveva portato lei stessa questo annuncio alla cugina Elisabetta, e verosimilmente parlato di tutto questo con Zaccaria (che non poteva parlare né sentire ma sapeva scrivere e leggere).
Zaccaria rivestiva un ruolo sacerdotale importantissimo, come sappiamo.

Non si trattava di una giovane donna di qualche sperduta tribù africana che forse non conosce neppure l’uso del calendario, ma di una ragazzina alla quale era stato annunciata la nascita del Figlio di Dio tramite lei.

Vogliamo davvero pensare che si sia “dimenticata” il giorno di nascita del Figlio di Dio?

Il problema, come dicevo sopra, è un altro, e deriva dalla differenza dei due calendari, quello ebraico e il nostro attuale, che risale all’epoca di Giulio Cesare e che quindi era quello usato dai romani all’epoca di Cristo.
Se la Madre di Gesù ha trasmesso la data del 25 dicembre potremmo essere certi che Gesù è nato il 25 dicembre, se invece ha riportato la data (esempio) del giorno 7 del mese di Tevet, oppure del giorno 27 del mese di Kislev allora le cose si complicano notevolmente.

Per curiosità informo che il 25 dicembre dell’anno 2017 corrispondeva appunto al giorno 7 del mese di Tevet nel calendario ebraico, anno 5778.

E informo anche che il 25 dicembre dell’anno 2019 corrispondeva al giorno 27 del mese di Kislev del calendario ebraico, anno 5780.

Addirittura due mesi diversi!
Perché questo?
Perché il calendario ebraico che “gira” su 19 anni, prevede che in sette di questi 19 anni sia aggiunto un tredicesimo mese di trenta giorni, cioè il mese di Adar Shenì (che significa “Adar secondo”).

Ritengo che la data esatta del giorno di nascita di Gesù sia stata riportata con esattezza dalla Vergine Madre, e come tale non vedo motivo di dubbio.
Ma se anche avesse riportato questa data secondo il calendario ebraico possiamo ragionevolmente “sperare” che l’apostolo Giovanni ce lo abbia tramandato secondo il calendario romano, cioè il nostro.

Personalmente non ho nessun dubbio che Gesù Cristo, il Messia atteso dal popolo ebraico, sia nato il 25 dicembre e che sia l’adempimento delle promesse della Torah.

Poi, che sia dato ad ognuno secondo la sua fede.

Buon Natale, e buon compleanno Gesù!
E grazie anche a te, Vergine Madre che ci hai regalato questo giorno di festa!