666

 

Apocalisse 13

Il numero 666 non e’ il numero dell’Anticristo, ma della Bestia che sale dal mare “la cui ferita mortale era guarita”.
In realtà il termine Anticristo nel libro dell’Apocalisse (che è "la fonte" del numero 666) non compare proprio, e se non compare il volerli collegare (Anticristo=666) è un po' una forzatura.
Il termine e’ citato solo nei libri di Giovanni (autore appunto dell’Apocalisse), ma in forma piuttosto vaga e addirittura al plurale. Il senso e’: “quelli contro noi cristiani che sono usciti tra di noi” (cioè gli apostati, i traditori), e non sembra riferito al personaggio misterioso che tutti ci aspettiamo per la fine dei tempi.

Inoltre, il termine “Anticristo”, secondo me, e’ fuorviante, perché richiama alla mente, ed e’ implicito, che questo personaggio sia “soltanto” contro Cristo.

L’Apostolo Paolo invece ci fa sapere (2 Tessalonicesi 2:3) che questo personaggio (il quale è sicuramente uomo, antropos), che lui stesso non chiama Anticristo, ma “figlio della perdizione” (riprendendo questo termine esattamente dalle parole di Cristo riferite a Giuda Iscariota in Giovanni 17:12) e’:

“[4] colui che si contrappone e s'innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio.”

Quindi non sara’ “solo” un Anti-Cristo, ma anche un Anti-Mose’, ed anche un Anti-Maometto, e, piu’ in generale un Anti-essere-che-viene-detto-Dio-o-oggetto-di-culto.

Più precisamente egli sara’ Anti-tutto-cio’-che-e’-soprannaturale, volendo egli stesso essere riguardato come unico Dio.

Quindi il termine Anti-Cristo, al quale siamo tanto abituati, non e’ adatto.

Scabroso che possa apparire in Terra un soggetto simile (e inimmaginabili i disastri, le stragi e i genocidi di intere popolazioni che provocherà per raggiungere il suo scopo), ma non corretto chiamarlo Anti-Cristo.

Esiste tuttavia un collegamento (vago e nebuloso, a dire il vero) tra l'Apostolo Giovanni e l'Apostolo Paolo. Giovanni dice degli anticristo che sono apostati, traditori della Chiesa.

Paolo, riprendendo le parole esatte di Cristo (contenute in Giovanni 17:12) "figlio della perdizione" (il quale Cristo le riferisce a Giuda, il traditore per eccellenza) le collega anche lui ad un qualche tipo di traditore e/o tradimento nei confronti della Chiesa.

666

La decodificazione del “codice” 666 non mi sembra argomento da salotto.

Anzitutto si dovrebbe intendere cosa significano le parole:

"qui sta la sapienza", la “Sofia”.

La “Sofia” (che significa sapienza) non e’ la conoscenza accademica che si impara sui testi universitari, ma si tratta di una sapienza che ha radici divine.

Può stuzzicare la nostra vanità pensare di poter essere in grado di svelare questo nome, ma non credo sia possibile nè utile mettersi a smanettare sul computer per decodificare questa cifra in un modo o nell’altro.

Poi  il testo prosegue:

“ [18] … Chi ha intelligenza…”

e qui tutti ci sentiamo “sapienti” e “intelligenti”, quindi, sfidando e confidando sulla nostra personale sapienza ed intelligenza ci buttiamo in calcoli complicatissimi nel tentativo di sviscerare questo mistero.

Ahime’! Credo proprio sia un tantino più complicato.

Inoltre le parole “chi ha intelligenza” lette in greco, darebbero più l’idea di “una singola persona” che al tempo opportuno e sostenuto dalla suddetta sapienza divina, sarà in grado di svelare il segreto di questo numero-codice.


E’ un numero unico?

Potrebbe sia essere un numero unico che codifica un dato e specifico essere umano (non necessariamente uomo, potrebbe essere una donna, oppure un gender-free), oppure (poiché nel testo greco il numero è scritto per esteso come tre numeri separati) un insieme di numeri e cioè:

il 600, il 60 e il 6, ai quali si potrebbe aggiungere anche il 666.

Totale: quattro numeri (e sperando che siano numeri su base decimale, perchè se fossero quattro numeri su base esadecimale, allora sarebbe tutto infinitamente più complicato!)

Sono stati innumerevoli nel corso dei secoli i tentativi più o meno fatti in buona fede, e/o più o meno maldestri, tesi a dimostrare che tale numero indicava ora questo, ora quel personaggio dell’epoca.

Il nome di una persona è un dato labile, nel senso che quando qualcuno nasce può avere in sorte qualsiasi nome.
Certo! Si può credere che quando il suo genitore (o chi per lui) gli assegna il nome, egli sappia chi sia in realtà e gli fornisca un nome che, manipolato adeguatamente, ha come risultato la famosa cifra di 666.
Può essere, ma mi sembra più un espediente piuttosto di un dato unico, specifico e incontrovertibile che, secondo me, dovrebbe avere questo personaggio.

Il passo di Apocalisse 13:18 parla invece di “numero d’uomo”, e non di numero del suo nome. Del “numero del nome” ne parla nel precedente verso 17, ma questa seguente sembra una precisazione che va a completare il verso 17.

Come si fa a parlare di un “numero d’uomo”?
Abbiamo forse tutti un numero? Forse si! Forse abbiamo tutti un preciso numero “genetico” (non ho nessuna prova!).

Questo “codice” fornitoci dall’Apostolo Giovanni, rivela dunque il “codice genetico” di un solo e unico essere umano?

Può ogni singolo essere umano venire “rappresentato e identificato” da un suo specifico “codice genetico”?
Se la risposta fosse positiva significherebbe che in questo momento ci sono circa otto miliardi di codici genetici (tutti diversi) a zonzo per il mondo.

Altra teoria: forse questa serie di quattro numeri identifica il DNA di tale personaggio? (Quattro numeri come quattro sono le basi del DNA).

Sorge una domanda: possono due persone avere lo stesso DNA?
Solo teoricamente, “…la probabilità di avere due Dna identici è di uno su 46.000.000.000: in pratica, quasi zero.”
[Fonte: http://www.focus.it/scienza/scienze/due-persone-possono-avere-lo-stesso-dna]

“uno su 46 miliardi”, cioè forse un solo uomo su tutti quelli apparsi sulla Terra (o che appariranno).

Tutto questo per dire che a me pare estremamente complicata la soluzione del ”mistero 666”, tanto che concluderei con le parole del Martini che nella sua traduzione della Bibbia del 1750 circa chiude l’argomento con:

“ siccome dunque innumerabili sono le combinazioni di lettere, dalle quali può risultar questo numero, non occorre perciò, che uno si occupi inutilmente a far ricerca sopra una cosa, la quale non per altro è stata notata da s. Giovanni, se non perchè a suo tempo e da questo, e dagli altri segni, che egli ci dà in questo suo libro, possano i fedeli riconoscere agevolmente questo figliuolo di perdizione, e guardarsi dalle sue trame.”

(http://sacrabibbia.altervista.org/index.php/bibbia/lettura/r/it/martini/apocalisse/73/13)