Su Julian Assange

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Ci sono nel mondo migliaia, probabilmente decine di migliaia di analisti militari che ogni giorno vedono sui loro monitor i crimini commessi dai militari del loro Paese.

Questi crimini devono rimanere segreti ed impuniti.

Non solo gli Stati Uniti, ma tutti quei Paesi nel mondo che hanno i loro militari in zone di guerra temono la diffusione di tali immagini, perché questo porterebbe ad un risveglio generale contro la guerra stessa, che invece è necessaria al mantenimento dell’attuale economia mondiale, a cominciare dall'industria bellica.

Il messaggio trasmesso da Julian Assange è molto semplice: non si può fare la guerra, nessuna guerra, uccidendo solo i cattivi.

Se si accetta o tollera una guerra l’essere umano, il civile intendo,  è complice dell’assassinio di vittime innocenti, ed anche il suo “astensionismo” è un’aggravante.
Questo è l’aspetto più grave e intollerabile per i governi del mondo, che i loro stessi cittadini si accorgano di che tipo di mezzi vengono usati nelle guerre e nelle zone di guerra.

La vicenda di Daniel Hale è purtroppo passata quasi del tutto inosservata nei media italiani.
E’ passata “vergognosamente” inosservata.
Anche questo Daniel Hale è stato un analista militare che dal suo ufficio poteva comandare il lancio di missili dai droni americani su bersagli nemici, terroristi, e poco importava se questi bersagli in quel momento fossero in compagnia di civili innocenti.
La sua stima (di Daniel Hale) è che su duecento vittime degli Hellfire (così si chiamano tali missili in dotazione ai droni), solamente trentacinque fossero i bersagli reali, gli altri centosessantacinque erano vittime innocenti.
Uno su sei il bersaglio effettivo e gli altri cinque danni collaterali.
Il 27 luglio di questo anno 2021 il Daniel Hale è stato condannato a circa quattro anni di carcere ma la stampa e le televisioni italiane si sono ben guardate dal darne notizia.

Il 29 agosto invece, ad un mese di distanza dalla menzionata sentenza, l’esercito americano lanciava un drone a Kabul che uccideva dieci civili e nessun “bersaglio”.

“ Il governo americano aveva finora sostenuto che nell'operazione del 29 agosto fosse stato colpito un terrorista dell'Isis. Ma ora, dopo le accuse dei media, un'indagine interna ha rivelato che si trattava unicamente di dieci civili, tra cui sette bambini. Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin chiede scusa.”

Questa non è un caso isolato, è la norma, la prassi.

Cosa c’è in ballo con questa vicenda di Julian Assange è facilmente immaginabile.
Se viene scagionato o comunque riesce a sfuggire alla caccia spietata contro di lui allora altri seguiranno il suo esempio.
Decine, centinaia, forse migliaia di analisti militari riempirebbero i nostri computer di filmati simili a quelli di Assange, ed il danno per tutto l’apparato militare del mondo sarebbe irreparabile.

Meglio una sentenza esemplare per togliere certi grilli dalla testa di tanti analisti militari che pensano di rendere pubbliche le loro conoscenze.

L’accanimento con il quale gli Stati Uniti (in questo caso) perseguono il loro scopo contro Assange è la dimostrazione più chiara ed evidente della paura che gli stessi Stati Uniti (in questo caso) abbiano dei cosiddetti whistleblowers, per la capacità intrinseca di queste rivelazioni di intralciare i loro piani di guerra, quelli attuali e quelli futuri.


In poche parole: vogliono avere il diritto di fare le guerre in “santa” pace, senza questi personaggi che rivelano i modi con i quali ogni guerra viene condotta.
E bravi Stati Uniti (in questo caso) e tutti gli altri!


E’ altresì evidente che quello che i governi temono maggiormente è proprio la sollevazione popolare dei loro popoli contro la guerra.

Io, che sono contro la guerra, pertanto, dico la mia... e voi dovreste fare altrettanto, anche solo linkando questo articolo ai vostri amici e conoscenti!

 

Ben vengano dieci, cento, mille Julian Assange e Daniel Hale.

 

Grazie!

Video pubblicato sul canale di Alessandro di Battista a fine novembre 2022