I Re Magi:

la "Stella".

Matteo 2:1-12
Nascita di Gesù a Betlemme, i Re Magi.

Dei Re Magi si conosce che: venivano dall’oriente, cercavano un neonato, sapevano che il neonato era il re dei Giudei, la sua stella era sorta εν τε ανατολε (en te anatole, letteralmente: in l’oriente).
 
Non si sa quanti fossero né se erano partiti insieme.
 
Se venivano dall’oriente e la stella era sorta in l’oriente forse significa che quel corpo celeste proveniva da oriente dell’oriente. Questa stella, o quello che fosse, avrebbe illuminato l’intero globo terrestre?
 
Sembrerebbe che questa stella apparisse a tratti, e questo per due motivi in particolare.
Il primo è che se fosse stata sempre ben visibile i Magi non avrebbero avuto necessità di fermarsi da re Erode a chiedere dove fosse nato il Re dei Giudei, cosa in se stessa, se conoscevano il re, abbastanza imprudente.
Il secondo perché se dopo il colloquio segreto con il re: “Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia” [2:10], è segno evidente che era scomparsa e riapparsa di nuovo.
 
Queste parole tradotte in italiano con “essi provarono una grandissima gioia” risultano essere in greco le seguenti: 
εχαρησαν χαραν μεγαλην σΦοδρα (letteralmente: si rallegrarono di gioia grande fortemente), che è un classico ebraismo.
 
Questo significherebbe che queste parole, che non sono i detti del Signore [con riferimento alla Storia Ecclesiastica di Eusebio di Cesarea (265-340 d.C. circa) che a sua volta cita gli scritti di Papia di Gerapoli (70-150 d.C.) che parla di tali detti], furono scritte originalmente in lingua ebraica e tradotte fedelmente in greco senza alterazioni.
Se ne dovrebbe dedurre che i detti del Signore sopra menzionati non riguardavano solamente le parole di Cristo, ma erano probabilmente già un racconto dettagliato anche di fatti riguardanti la sua vita (… il primitivo Vangelo ebraico di Matteo?). 
 
Quando è apparsa questa stella ai Re? Nel momento della nascita di Gesù o molto prima? Se prima, perché? Questa stella è apparsa unicamente per essere guida di tali Re, in funzione di loro, o  per tutto il mondo? Appena apparsa tali Re hanno saputo immediatamente quale fosse il suo significato? Chi lo ha spiegato loro? Dopo quanto tempo dall’apparizione della stella i Re si sono messi in viaggio?
 
Tutte queste domande fanno si che ciò che comunemente si crede, cioè che i Re siano arrivati a Betlemme il 6 gennaio ovvero solo tredici giorni dopo la nascita di Gesù sia praticamente impossibile da realizzare.
Se la stella è apparsa molto prima e i re hanno avuto tutto il tempo di conoscerne il significato, organizzare il lungo viaggio ed arrivare a Betlemme nella data suddetta si crea un problema ancora più grande, perché è inconcepibile che tale corpo celeste si desse pena di calcolare tutto il tempo necessario a tali re per giungere a Betlemme il 6 gennaio, decidendo di apparire ad esempio sei/nove mesi prima della nascita di Gesù. Un ipotesi del genere fa sorridere.
Poco probabile anche supporre che tale stella sia apparsa in oriente al momento del concepimento di Gesù, e che comunque non coinciderebbe con il proposito di re Erode di far uccidere tutti i bambini fino a due anni di età.
Proseguendo ancora un po’ oltre in questo ragionamento irrazionale, è fuori da ogni logica ritenere che la stella sia apparsa addirittura prima del concepimento, cioè prima che la Vergine Madre desse il suo assenso alle parole dell’Angelo.
Sotto questo punto di vista è invece logico ritenere che tale stella fosse apparsa nei giorni della nascita di Gesù, e che l’età massima dei bambini fatti uccidere dal re corrisponda al tempo da loro impiegato per arrivare a Gerusalemme, il che significherebbe che i re arrivano a Betlemme quando il Bambino Gesù aveva circa due anni di età.
 
Poiché si conosce che re Erode morì nell’anno 4 a. C. questo fa datare la nascita di Gesù intorno al 6 a. C.
Rimarchevole quindi il dato che è giunto fino a noi che uno dei tre censimenti dell'epoca fu condotto nell'anno 8 avanti Cristo, e se consideriamo che tali censimenti per forza di cose dovevano protrarsi per lungo tempo probabilmente l'anno esatto di nascita di Gesù dovrebbe essere ricercato tra l'anno 8 e l'anno 6 avanti Cristo.

Sul perché i Re Magi cercassero un neonato, sul come sapessero che quella era la sua stella, e sul perché sapessero che tale neonato era il Re dei Giudei si possono fare solo improbabili supposizioni.
 
Che i Magi fossero tre è dedotto dal numero dei loro doni, ed in quanto ai loro nomi sono riportati solo in un tardo vangelo apocrifo.
 

La “casa”, o la “grotta”?
 
[2:11] Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono…
 
Premesso che Gesù è nato certamente a Betlemme perché attestato da due Vangeli su quattro (Matteo e Luca) e accennato anche in quello di Giovanni [7:42] (il che dovrebbe essere sufficiente per ogni cristiano), non si è mai saputo nella tradizione cristiana di due luoghi diversi dove avrebbe potuto nascere. Su questo la tradizione è concorde, bisogna tenerlo presente e prenderne atto.
 
Gesù è nato nella Grotta della Natività attualmente conosciuta.
 
In questo verso 2:11 si parla di casa
 
Le grotte sono da sempre ripari sicuri, proteggono dal caldo e dal freddo, e anche quelle sotto l’attuale Basilica dell’Annunciazione a Nazareth che si ritiene essere state abitazioni e case dei nazaretani, sono delle grotte.
 
Il testo di Mons. Domenico Bartolini, Sull’antico tempio di Salomone in Gerusalemme e sull’antica Grotta del Presepio di N.S. Gesù Cristo in Betlemme, pubblicato nel 1868 dove racconta il suo viaggio in Terra Santa e dove parla di tali grotte denominate Kan, cita a pag. 62:
 
“I Kan della Palestina altro non sono che luoghi di ricovero pei viaggiatori…
… in essi si trovano i posti destinati a distendervi le stuoie e i giacigli per riposarsi, e si trovano ancora i presepi per cibare gli animali. Per lo che i Kan sono reputati in quelle regioni come case di rifugio per evitare il caldo, il freddo, la pioggia, e il sereno della notte. Presentano ancora un aggradevole temperatura tanto nella estate, quanto nell’inverno, che sono le due stagioni più marcate in quei luoghi, e perciò un fresco delizioso vi domina quando al di fuori l’aere abbrucia, e quando il freddo si fa alquanto sentire, là entro regna un costante tepore.”
 
“… e vieni in una grotta, al freddo e al gelo”, cita una noto canto natalizio, tuttavia, anche da un punto di vista strettamente evangelico questo clima della grotta lascia dei dubbi.
 
Il Vangelo di Luca dice della Vergine Madre che:
 
“…lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia,” [Luca 2:7].
 
Quale madre partorisce in condizioni di estremo disagio in un luogo gelido e depone il figlio?
Quale madre in quelle circostanze non terrebbe stretto a se il proprio figlio appena nato per dargli il massimo calore possibile con il proprio corpo?
 
Tale Madre, poi?
 
Tuttavia, se il pensiero del neonato Bambino Gesù sofferente il freddo e il gelo muove i nostri cuori verso i suoi patimenti ben venga anch’esso.