Crocifissione: mano o polso?

 

 

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Ha preso piede la convinzione che la crocifissione di Cristo sia avvenuta con i chiodi conficcati nei polsi e non nelle mani, come invece la tradizione ci ha trasmesso.

Gran parte ha avuto lo studio dell’immagine della Sacra Sindone, che in effetti, a prima vista, sembrerebbe avvalorare tale teoria.

Tuttavia è necessario fare un paio di osservazioni:
la prima è che a tutt’oggi non sappiamo esattamente come si sia formata questa immagine, e dovendo tener conto anche che la mano superiore è appoggiata sulla inferiore, e quindi in posizione obliqua, questo potrebbe falsare la nostra percezione dell’immagine stessa.

La seconda osservazione è questa: il segno che appare evidente sulla mano è il sangue fuoriuscito durante la crocifissione o qualcos’altro?

 

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Si trova in rete una ampia letteratura (anche se non dettagliatissima) di come venivano crocifissi i condannati a questo supplizio, ma non esiste niente di come venissero “schiodati”.
Certo forse questo non interessava a nessuno, ma invece proprio l’operazione della schiodatura dal legno potrebbe essere la chiave per interpretare il segno sulla mano.

 

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Avete idea di quanto può essere difficile togliere un chiodo da un pezzo di legno? I chiodi da crocifissione potevano variare tra i dieci e i diciotto centimetri (secondo quelli rinvenuti in scavi archeologici).
Togliere un chiodo di circa quindici centimetri dalla trave in cui era conficcato doveva essere un operazione tutt’altro che semplice.

E’ probabile che la croce fosse innanzitutto sollevata e messa a terra, poi con l’ausilio di uno strumento che poteva essere simile ad un piede di porco o alla parte a punta del martello, si facesse leva sotto la mano (tra mano e legno) per estrarre, almeno in parte, il chiodo, e per finire poi con un paio di tenaglie.

Questa operazione avrebbe provocato un ampia lacerazione sul dorso della mano, lacerazione che sarebbe infatti il segno lasciato sulla Sindone.

 

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Lascia dubbiosi il pensiero che la soldataglia romana addetta alle crocifissioni si facesse premura di conficcare il chiodo andando a cercare lo “spazio di Destot” (così si chiama il minuscolo spazio del polso dove sarebbe stato piantato il chiodo), come fossero espertissimi chirurghi.
In tale “spazio di Destot” ci potrebbe entrare un chiodino dello spessore di uno, forse due millimetri, non di più, mentre sappiamo che i chiodi da crocifissione misuravano circa un centimetro nello spazio più grande. Questo avrebbe provocato la rottura delle ossa, smentendo di fatto quello che ci ha tramandato l’Apostolo Giovanni, presente alla crocifissione, che dice:

“[19:36] Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso.”

Secondo lo stesso concetto si dovrebbe dedurre che anche le ossa dei piedi non sono state trafitte dal chiodo, ma bensì la parte carnosa alla base delle dita dei piedi.

Durante la ricognizione sul corpo di San Francesco, ricognizione avvenuta il 25 marzo 2015, i medici hanno riscontrato come le ossa dei piedi avessero una forma “a barchetta”, cioè ripiegate in alto. Perché questo, se non perché essendo il Santo stato trafitto dalle stesse piaghe di Cristo (nel caso specifico nella parte finale e carnosa del piede) e cercando di sopportare o alleviare il dolore mentre camminava tendesse a sollevare in alto la punta dei piedi?

Si! Anche questo è un altro problema: San Francesco e san Padre Pio, entrambi stigmatizzati nelle mani, e non nei polsi.

No! Rimango fedele alla tradizione e personalmente non ho dubbi che la Crocifissione di Cristo sia avvenuta inchiodando il palmo della mano e non il polso.

In attesa di ulteriori studi…

 

 

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