Pasqua: cacciata dei mercanti dal Tempio

Giovanni 2:13-25
la Pasqua, cacciata dei mercanti dal Tempio.

In tempi successivi non precisamente databili, si avvicina la festa di Pasqua, che è la prima riferita dal Vangelo di Giovanni.
 
Durante questa Pasqua, in presenza dei suoi discepoli (come sembrerebbe di intuire dal verso 17) Gesù compie segni non meglio definiti, ma che furono considerati sufficienti da molti che

“…credettero nel suo nome…” [v. 2:23].
 
Questo: "credettero nel suo nome", è di non facile interpretazione come sembrerebbe, perché non può significare che abbiano creduto che era il Messhiah, il Figlio del Dio Benedetto, perché questa è una rivelazione che Gesù tiene gelosamente segreta e riservata fin quasi alla fine del suo ministero (forse si era alla fine del suo ministero?). Numerose nei Vangeli le circostanze nelle quali egli impedisce a chiunque di divulgare tale segreto. 
 
In questo capitolo 2 è riferito un episodio avvenuto nella prima delle tre Pasque citate nel Vangelo di Giovanni. Tale episodio è la cacciata dei mercanti dal Tempio, che nei sinottici avviene durante l’unica Pasqua raccontata, quella della morte e resurrezione di Gesù [Marco 11:15, Matteo 21:12, Luca 19:45-46].
Sembrerebbe un apparente discordanza.
Se le Pasque della vita di Cristo sono state tre per quale motivo questo episodio è citato nel Vangelo di Giovanni come avvenuto nella prima, mentre nei sinottici è avvenuto nella terza?
Da qui la domanda: si è certi che Giovanni parla di tre Pasque diverse?

Nell’occasione di questa Pasqua Gesù dice ai Farisei:

[2:19] … "Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere". 

Poiché questa è una delle accuse principali che Gesù ha dovuto sostenere davanti al Sinedrio all’indomani del suo arresto (cioè teoricamente due anni dopo), si presenta un problema di tempi.

1)  Forse era un suo insegnamento usuale? Cioè diceva con una certa frequenza ai Farisei "distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere"?
In questo caso si spiegherebbe il perché tali parole siano state dette da Gesù sia durante la prima Pasqua, sia due anni dopo durante la terza ed ultima, ma non è logico.
2)    Forse questa frase pronunciata da Gesù due anni prima del suo arresto rimase stampata (male) nella memoria di qualcuno? Questo potrebbe essere il motivo per cui le testimonianze non concordavano pienamente. Forse.
3)    L’ultima alternativa è che questa frase sia stata pronunciata da Gesù solamente una volta, e solamente in occasione dell’ultima Pasqua. 
Questo però significherebbe che tale prima Pasqua raccontata nel Vangelo di Giovanni e l’ultima sono in realtà la stessa Pasqua, quindi in accordo con i testi sinottici.

E’ notoriamente riconosciuto che Gesù ha vissuto trentatré anni.
Questo dato si basa su due citazioni evangeliche, in Luca leggiamo che all’inizio della sua predicazione aveva circa trenta anni, e inoltre proprio sulle tre Pasque citate nel Vangelo di Giovanni.
Se le tre Pasque di Giovanni sono in realtà la stessa Pasqua significa forse che Gesù è morto a trentun anni?
Non che questo porterebbe un grande cambiamento nella predicazione di Cristo, ma comunque no, non è detto.
Se i quattro evangelisti parlano di una sola Pasqua è perché proprio in questa si è compiuta l’opera di Dio nel mondo, e questo senza escludere che la predicazione di Cristo abbia avuto una durata di due-tre anni.
L’età convenzionale di trentatré anni non è messa in discussione in alcun modo.

Tuttavia, che il ministero di Cristo possa essere durato solo un anno invece di tre sembrerebbe di poterlo dedurre anche dalle sue parole pronunciate nella sinagoga di Nazaret, all'inizio della sua missione.
Tali parole contenute nel Vangelo di Luca al capitolo 4 sono:

“[18] Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, 

[19] e predicare un anno di grazia del Signore.” 

Certo che questo “anno di grazia” può essere inteso in senso simbolico, ma potrebbe anche essere inteso in modo letterale: un anno.

Più avanti vedremo perché sorgono dei dubbi anche sulla seconda Pasqua riferita dall'Autore del Vangelo di Giovanni.