Il "secondo" terremoto

 

Matteo 28:2
Il terremoto, l’Angelo, la pietra spostata.

[28:2] Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. 

Questo sembrerebbe un secondo terremoto dopo quello avvenuto nel momento della morte di Gesù, e che Matteo ha già riferito al capitolo 27, pur senza usare la parola “terremoto”:

[27:51] Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, 

Dal Vangelo di Marco:

[Marco 15:38] Il velo del tempio si squarciò in due, dall'alto in basso

anche questo lascia supporre (ma solo supporre) un evento sismico.

Ugualmente in Luca:

[Luca 23:45] Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. 

Questo per ciò che riguarda il primo terremoto, ma di questo secondo terremoto citato da Matteo nessun altro evangelista fa menzione.

La parola greca usata in questo verso di Matteo 28:2 è σεισμοσ (seismos, al singolare), che compare nel Nuovo Testamento otto volte, delle quali solo due nei Vangeli.

Matteo 28:2

[28:2] Ed ecco che vi fu un gran terremoto

Matteo 8:24

[8:24] Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta…

Qui la parola greca seismos viene tradotta con “tempesta”.

Dato il senso profondamente diverso della traduzione (terremoto, tempesta), sembrerebbe che la parola greca seismos sia stata usata dal redattore greco come traduzione di una parola ebraica che può significare entrambe le cose. Questo presuppone un testo primitivo ebraico, che potrebbe essere lo stesso già accennato in antico da Papìa di Gerapoli.

( רצש, rosh ) significa grande rumore, violento fragore e si adatta bene alla descrizione di una tempesta, ma nel Vecchio Testamento viene tradotta spesso con terremoto.

Se questa era la parola ebraica usata nella presunta redazione primitiva di Matteo allora il verso 28:2 indicherebbe non un vero terremoto ma piuttosto un fragoroso frastuono, come nel silenzio della notte forse sembrò ai soldati di guardia quando l’Angelo rimosse la pietra dal sepolcro.